Di aria, di luce, di pietra. Accordi e ricordi gioiosi tra le pagine di Ellin Selae

Sono qui adesso per me. In questi giorni ho ripensato spesso all’importanza di restare dentro l’attimo presente.

L’adesso.

Un pensiero che profuma di Palo Santo, Bursera graveolens, l’odore ancora mi solletica il naso. Assorbita dal mio frenetico vorticare quotidiano e, neanche originale, dal momento che siamo tutti oberati dalle fatiche della vita. E mi aggancio ai sorrisi di chi incontro per nutrirmi di quella luce che intravedo sempre, anche nelle persone che coltivano l’insana abitudine di tenere l’anima al buio. Tornando a casa la sera, adesso che è primavera e il crepuscolo si tinge di indaco, cerco tra le case i ritagli di cielo imbellettati di viola-arancio, sfumati. Sembra polvere cangiante che scivola sulle cose e sui tetti, poi ancora giù più in basso si posa tra i capelli dei passanti distratti, sul viso, incipria la pelle delle guance e delle mani.

Provo a distinguere e a riconoscere gli odori che sgattaiolano a coda alta dalle botteghe, dai ristoranti, dai colli e dai polsini delle signore con i tacchi. Ciaccolano i tacchi e si mischiano alle voci intrecciate sul pavimento di pietra umida. Non piove da due ore, l’aria è frizzante e io sono qui che imbambolata osservo e respiro, cammino e ricordo, immagino di camminare scalza.

Sono quasi arrivata a casa, Nunziata raccoglie dal filo corto le sue calze di nylon e intuisco il suo sorriso per me. La luce dei lampioni non basta per distinguere da questa distanza le labbra e il naso che si arricciano per sorridere. A me poi, che segno l’ora di cena di Nunziata e di Maria e forse anche di Luciana quando la sera torno a casa; sempre alla stessa ora allargano la tovaglia sulla tavola di legno. È come vedere che svolazza fiorata e sfiora il lampadario, una palla di luce gialla.

Con un giro di chiave entro dalla porta. Sono contenta di specchiarmi. Un’ ombra prima di toccare l’interruttore.

Ci sono cento, trecento, mille cose belle qui. Sono libera e contenta. Adesso, qui, lascio cadere il peso dalle spalle e raccolgo i pensieri della giornata.

L’altra sera il Palo Santo acceso sprigionava la sua fragranza. È stata la prima volta che ho fatto un piccolo esercizio di meditazione. Eravamo in quattro. Ester ha guidato la meditazione; dopo averci consigliato di indossare abiti comodi, togliere le scarpe, fare uso di una copertina o di un cuscino e sederci sul pavimento, vicini e in cerchio cercando di assumere la posizione del mezzo loto, lei ha acceso il bastoncino di Palo Santo e ha invitato tutti noi a metterci in ascolto del nostro respiro. Venti minuti (per iniziare andavano più che bene) di meditazione in assoluto silenzio.

Per me è stata un’esperienza non facile. Il tempo interminabile. “L’adesso e il qui” non finivano mai e la testa mia si riempiva di pensieri color fumo e parole di vetro.

Il silenzio però mi piaceva, aveva un buon sapore. Profumava di forno a legna e per un attimo ho immaginato una pizza fumante che mi scivolava nel piatto direttamente dalla pala del pizzaiolo.

La posizione invece era scomoda, ho desiderato scappare in un’altra stanza. Però ho resistito. Ho allungato le gambe, ho sospirato, mi sono toccata i capelli e sono rimasta lì insieme agli altri fino alla fine.

Forse un giorno mediterò ancora. O forse no.

Ho bisogno di storie, di storie che mi fanno sognare.

Io conosco pagine che parlano di aria, di luce, di pietre e di accordi e ricordi gioiosi. Ho lo scaffale della libreria che trabocca: sono le riviste Ellin Selae. Preziosi libri di carta frusciante, ruvida, odorosa, scritta, animata. La grafica è bella, ricca di illustrazioni che ricordano vecchi almanacchi e le copertine colorate. Si parla di amore, arte, musica, letteratura, poesia. Leggo storie e percorsi, tratturi e fiumi cristallini d’alta montagna, Storie dell’altro mondo: avventure di uomini che odiano il potere e amano la natura e gli animali. Un mondo sensibile fatto di piccole cose che ruotano intorno alla bellezza che è spiritualità, amore, inclusione, pace, cultura dell’accoglienza più che del sapere scientifico, rispetta le differenze e dà valore ai sentimenti autentici, ai baci, agli abbracci, alla compassione e alla gioia che ne deriva.

Ellin Selae è una rivista magica, invita a riflettere su ciò che è infinitamente bello e essenziale.

Il mio tempo migliore lo trascorro immersa tra le sue pagine e sono momenti per me di speranza. Immagino una vita migliore, sgombra dalle disillusioni, dall’accidia, dalla violenza, dalla paura, dalla prevaricazione, dalle ingiustizie e dalla sofferenza.

Ecco. Vorrei non soffrire mai. Mi sento piccola come una bambina quando dico che vorrei che la sofferenza non esistesse. Invece esiste e ci corteggia malefica.

L’altra sera prima di meditare qualcuno ha detto che si nasce con un “inspiro” e si muore con un “espiro”..

Adesso che ci penso. Il vento spira, soffia dolcemente. Esalare l’ultimo respiro. La nostra vita, abbiamo osservato insieme durante la meditazione, è racchiusa in un soffio, in un respiro.

Conviene stare fermi “adesso” e riconoscere quanta poesia e bellezza ci scivola dal cielo quando scende la sera.

(Rosanna Marazia)

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