Il racconto dell’isola sconosciuta

Nel pomeriggio di martedì 9 ottobre 2018, all’interno della sala teatrale della Casa circondariale di Matera un gruppo di detenuti ha rappresentato la riduzione teatrale del libro di José Saramago, Il racconto dell’isola sconosciuta, pubblicato dapprima da Einaudi nel 1998 e poi da Feltrinelli nel 2015.
Un breve racconto di trenta pagine con una storia semplicissima: un uomo chiede al re di dargli una barca per andare a cercare un’isola sconosciuta. E si sente rispondere che isole sconosciute non ce ne sono più. Si dipana cosi un racconto che è una vera metafora simbolica della vita e del luogo più sconosciuto che c’è, la propria anima. Una storia incentrata sulla ricerca di sé, un viaggio che conduce alla scoperta di chi siamo realmente.
Intorno al testo di Saramago l’Associazione Leggere Controvento, nel corso di un laboratorio annuale di lettura, ha realizzato una sceneggiatura scritta e scelta insieme alla dozzina di detenuti che hanno aderito al Progetto legalità promosso da Libera nei penitenziari italiani e sostenuto nella Casa circondariale di Matera dal dottor Walter Gentile responsabile dell’area pedagogica. Trascorrendo ogni settimana dalle due alle quattro ore accanto e in mezzo ai ragazzi reclusi, si è  sviluppato un percorso che è  stato valorizzato dallo stile particolare della scrittura di Saramago. Infatti proprio la punteggiatura originale e anticonformista e i periodi lunghi anche più di una pagina hanno affascinato e coinvolto i detenuti, quasi tutti non abituati a leggere e molti addirittura poco alfabetizzati. E l’esperienza di lettura alla fine li ha trasformati in persone interessate a conoscere, condividere e imparare l’arte del viaggio di carta.
E siete venuto qui a chiedermi una barca, Sì, sono venuto qui a chiedervi una barca, E chi siete voi, perché io ve la dia, E chi siete voi per non darmela, Sono il re di questo regno, e le barche del regno mi appartengono tutte, Piuttosto appartenete voi a loro e non loro a voi, Che volete dire, domandò il re, inquieto, Che voi, senza le barche, non siete nulla, e che loro senza di voi, potranno sempre navigare. (p. 16-17, Feltrinelli, 2015).
La messa in scena della sceneggiatura è stata resa possibile grazie all’intervento degli insegnanti Liliana D’Ercole e Mario Parlato e dell’attore Simone Castano.

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“L’isola sconosciuta è qualcosa che non esiste!”

Così dice urlante il re all’uomo che voleva una barca.

Intanto se non ti allontani da te stesso non puoi sapere chi sei; di questo è convinta la donna delle pulizie quando racconta all’uomo che voleva una barca, che il filosofo del Re mentre lei rammendava le calze dei paggi le si sedeva accanto e si metteva a ragionare: diceva che ogni uomo è un’isola e… bisogna allontanarsi dall’isola per vedere l’isola. E che non ci vediamo se non ci allontaniamo da noi. Se non ci allontaniamo da noi stessi.

Una favola d’amore di José Saramago “ Il racconto dell’isola sconosciuta”.

Oggi insieme ai detenuti della Casa circondariale di Matera abbiamo portato in tavola una deliziosa e fumante sceneggiatura scritta e scelta insieme ai ragazzi che hanno aderito al progetto legalità. Una morbida e intensa esperienza di lettura che ha visto coinvolte persone, detenuti interessati a conoscere, condividere e imparare l’arte del viaggio di carta.

Per noi di Leggere controvento questo è stato un anno sorprendente. Trascorrere ogni settimana dalle due alle quattro ore accanto a loro è stato come allontanarci da noi stessi. Imparare i nomi, attraversare le nostre emozioni e scambiarci idee e suggerimenti che alla fine sono diventati veri e propri alveari.

Sempre insieme abbiamo imparato e scoperto l’importanza dell’ascolto e la forza che caratterizza il lavoro di una squadra vincente.

Oggi, tutto ciò che è stato vissuto e respirato in questi mesi di vicinanza e reciproca dedizione amorevole, si è trasformato in aria da respirare.

Nonostante i perfetti quadrati di cielo che rigorosi selezionavano i raggi di sole, la platea incantata e divertita ci stava a guardare.

È stata una bella giornata.

Un caro ringraziamento a Liliana, Mario, Simone e Walter compagni di questa storia infinita.


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