Il conte di Montecristo fatto a pezzi

copertine Montecristo fatto a pezziTradurre dopo centocinquant’anni un classico dell’Ottocento non è semplicemente imitare un linguaggio denso di parole desuete e renderlo banalmente attuale intaccando lo stile, e l’ordine che la linguistica e la grammatica richiedono.

L’armonia e l’equilibrio della scrittura di un’altra epoca va rispettata come sono da rispettare i criteri scelti dall’autore che l’ha pensata, intessuta e scritta sotto l’influsso e la spinta di suggestioni personali legate alla sua percezione.
Un esercizio delicato e importante quello del traduttore che dev’essere in grado di trasferire al lettore una “riscrittura” aderente e fedele il più possibile a quel ritmo, alla pura essenza del romanzo o del racconto originale.

La scrittura di Dumas è stata spesso criticata per le ripetizioni o ricapitolazioni e ridondanze. Lo stesso Umberto Eco racconta in una prefazione alla Bur de “Il conte di Montecristo” di aver tentato con Einaudi una traduzione ma di aver poi rinunciato perché l’opera di Dumas gli sembrava scritta in un modo pessimo. Sarà comunque interessante immergersi in un contesto sociale molto diverso

da quello dei nostri giorni, coglierne i toni, le forme, partecipare i fatti curiosi, le avventure dei personaggi.

Nato come un feuilleton, passato da una mano all’altra di editori, librai… Il conte di Montecristo è un romanzo di oltre mille pagine che merita particolare attenzione. Intanto, dopo tante vicende che raccontano di traduzioni

sempre uguali e poco convincenti siamo giunti alla conclusione che il Conte di Montecristo è da fare letteralmente

a pezzi. Certe volte serve sciogliere i nodi per arrivare al bandolo della matassa. E noi di Leggére Controvento un po’ per gioco, un po’ per amore della lettura abbiamo comprato un ‘edizione di Feltrinelli del Conte di Montecristo tradotta da Gaia Panfili e l’abbiamo sciolta in ventidue fascicoli di circa 48 pagine ognuno.

Fedeli al nostro desiderio di leggere e scoprire meraviglie anche con il vento contrario ci siamo inventati una cosa bella. Speriamo sia cosa gradita anche per voi.

Passeggiata letteraria a Taranto

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